Il passato non si cambia, ma se si cambia il presente si finisce per cambiare anche il futuro.
Il tempo si è fermato alle 10.35 di quel giorno di oltre cento anni fa. Si è fermato per l’orologio ma non sapremo mai se lo è stato anche per il suo proprietario.
Perdere un oggetto così importante dal punto di vista economico per l’epoca e per l’affetto personale che poteva avere era di certo una grande sfortuna. Acquistato da qualche parte dell’impero austro ungarico o donato come ricordo dalla propria amata, segnava il tempo che scorreva lentamente in trincea, sotto metri e metri di neve e sotto piogge autunnali ma scandiva anche il tempo di una possibile licenza per poter ritornare per un breve periodo a casa. Segnava l’ora esatta per coordinare l’assalto della truppa e il tempo che mancava al giorno di Natale .
Non sapremo mai chi ha perso questo prezioso reperto ma noi lo custodiremo gelosamente e con rispetto.
In questo particolare momento la nostra associazione con il museo della grande guerra e il parco tematico del Bombaschgraben si impegnerà ancora di più per raccontare la storia al meglio e far capire a tutti che la guerra dovrebbe restare nei musei.
Quello che le montagne restituiscono
Associazione Storico Culturale