Ci sono quelle giornate che ti lasciano il segno. Quelle giornate che decidi di partire per una breve camminata non lontano da casa in attesa dello scioglimento della neve in quota. Decidi di effettuare qualche ricerca di testimoniznze della grande guerra in posti che durante l’ estate escluderesti per preferire i posti con un bel panorama e manufatti da visitare. Invece decidi di recarti a visitare alcuni ripiani di baraccamenti austriaci della grande guerra trovati su una vecchia mappa dell’ epoca. E’ anche cosi che una tranquilla camminata di un paio d’ ore si può rivelare una delle più belle di sempre….
E’ martedì 4 maggio 2021. Stiamo effettuando alcune ricerche tra i ripiani dove durante la grande guerra era presente un villaggio di baraccamenti Austro Ungarici. Tra i pianori ritroviamo un oggetto insolito al contesto della prima guerra mondiale. E’ un piastrino di riconoscimento di un soldato Italiano della seconda guerra mondiale. Notiamo da subito che è sprovvisto dell’ anello che teneva fissata la piastrina alla catenella da appendere al collo. Continuiamo a cercare ed ecco spuntare un anello di ferro con applicato l’ anellino della piastrina e un proiettile della Breda 8×59 fissato a mo di ciondolo.
Da subito il desiderio è stato quello di rintracciare eventuali parenti per procedere alla restituzione.
Arrivati a casa effettuiamo una leggera pulizia del prezioso oggetto e proviamo a pubblicare la foto su un gruppo Facebook (I RECUPERANTI) che tratta di ritrovamenti di oggetti legati principalmente al primo e al secondo conflitto mondiale. Da subito decine di persone iniziano a scrivere per contribuire in qualche maniera a ritrovare i parenti , fino a che, dopo tre ore dalla pubblicazione delle foto, un ragazzo ci scrive che ha un amico in Valle D’ Aosta che probabilmente conosce il figlio. Il figlio ha lo stesso nome di suo nonno ovvero Serafino. E’ cosi, che dopo solo cinque ore dal ritrovamento abbiamo in mano il numero di telefono del probabile figlio del soldato della piastrina. Preso coraggio decidiamo di telefonare, l’ emozione è forte per tutti fino a quando è lo stesso signore al telefono a confermare che la piasrina è davvero di suo padre!.
Serafino e Giuseppina erano i suoi nonni e il soldato Silvio Pallù era il papà. Silvio venne arruolato nel 1942 come mitragliere del 57 Reggimento Fanteria e dislocato presso il XVII/a Pontebba sottosettore di copertura Reparto Tratte e probabilmente era un addetto alle opere del Vallo Alpino posizionate lungo il torrente Bombaso. Non lontano da una delle opere è stato rinvenuto proprio il piastrino di riconoscimento. Dal suo foglio matricolare reperito presso l’ archivio di stato di Torino risulta sbandato in seguito agli eventi dell’ 8 Settembre 1943. Dopo l’ armistizio ritornò a casa a piedi fino ad Aosta quando, a febbrario del 1944, venne richiamato alle armi nell’ esercito Repubblichino e arruolato come alpino nel 4 reggimento Aosta. Dopo qualche mese abbandonò la causa dell’ esercito repubblicano e entrò a far parte del 87° brigata partigiana 3 btg Valle d’ Aosta.
Ritornato a casa trovò lavoro come gruista presso un importante fabbrica Valdostana. Era abile nel lavorare oggetti di metallo, cosa confermata anche al lavoro artigianale realizzato con la piastrina e il proiettile a ciondolo ricavato da un ogiva della mitragliatrice Breda mod.37. Nella sua casa realizzò un locale dove lavorava oggetti di ogni tipo. Questo gli permise di ideare delle attrezzature per l’ azienda dove lavorava fino a quando la stessa ditta brevettò una sua invenzione. A suo figlio, nato nel 1949, non raccontò importanti aneddoti del suo passato da militare ma i familiari hanno ritrovato a casa una foto di Silvio in tenuta da alpino durante la Guerra.
Ora come associazione storica “Quello che le montagne restituiscono” ci siamo accordati per restituire questo reperto a chi ne ha diritto e pertanto procederemo alla consegna.
E’ stato quasi un miracolo riuscire in così poco tempo a rintracciare i familiari. Per noi è stato un onore essere riusciti a chiudere positivamente questa vicenda.
Grazie a tutte le persone che ci hanno aiutato per raggiungere questi importante e inatteso risultato.
Simone D.N.